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Di una bellezza

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Scoppiano in canto becchi sui rami

grida di ragazzi

araldi di invincibile luce

 amina narimi - 01/06/2015 11:37:00 [ leggi altri commenti di amina narimi » ]

leggo come un kōan questa tua..potrebbe essere la domanda o la risposta stessa, sulla lingua di Dio, dei guerrieri della luce

 Sara Cristofori - 01/06/2015 08:19:00 [ leggi altri commenti di Sara Cristofori » ]

sintetica e profonda, bella :)

 Elsa Paradiso - 01/06/2015 07:29:00 [ leggi altri commenti di Elsa Paradiso » ]

Breve ... e perfetta!
Ciao, Cristina.

 Nando - 31/05/2015 15:07:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

La bellezza di questa poesia è che non vuole risolvere il Mistero (vi sia o non vi sia realmente un Mistero ovvero semplicemente il nostro indecifrabile senso dell’esistere), ma lo contempla nella sua irriducibilità, poiché, e qui diventa un assoluto di verità (nei limiti cui è sottoposta l’autoreferenzialità della nostra conoscenza verso il conoscibile), la vita nei suoi atti fenomenici è irriducibile ad ogni definizione, per quanto prossima all’essenza del descritto.

Buona domenica, carissima Prof...è un desiderio il leggerti.

 Luciano Rosario Capaldo - 31/05/2015 13:49:00 [ leggi altri commenti di Luciano Rosario Capaldo » ]

Soavemente vita e raccoglimento. Serena domenica
Luciano

 Silvia De Angelis - 31/05/2015 11:34:00 [ leggi altri commenti di Silvia De Angelis » ]

Mi trasmette un gran senso di vita e vitalità, questa tua...
Buona domenica, Cris, silvia

 Cristina Bizzarri - 31/05/2015 11:31:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Appunto, come ho scritto poco fa, non si tratta in realtà di credere (ho detto che suona scemo ricordi?) ma di sentire. E sento così caro Lo, anch’io sono sincera, perdona anche tu la la mia sincerità

si è quello che si sente

 Lorenzo Mullon - 31/05/2015 11:08:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

ah ma non c’è nessun problema, cara Cristina
e perdonami la sincerità, sono sempre terribilmente sfacciato
(dicono che i poeti devono sempre dire la verità, a costo della vita)

se non si può essere bisogna per forza credere

 Cristina Bizzarri - 31/05/2015 10:53:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Ciao Loredana!

 Cristina Bizzarri - 31/05/2015 10:52:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Grazie Lorenzo, bello quello che dici - in te è sempre e ogni volta nascita spontanea! In me lo scrivere è sciogliermi da una corazza, è abbandonarmi alla parte più libera di me. Alla mia sorgente.
Stupendo quel "Lustrante d’acqua". Interessante il discorso sulla rappresentazione, ma è anche vero che noi siamo "prestati" a forme particolari e definite, che però possono "servire", nel nostro linguaggio d’esilio, ad accennare a qulcosa di totalmente altro. Anche l’angelo la dice lunga, e più si entra nel senso originario delle parole, mitico appunto, più ci si espande, paradossalmente.
Io non credo che la realtà nasca da noi, io credo in Dio - oddio detto così suona un po’ scemo e riduttivo. No, forse soprattutto "sento" che oltre a me c’è ben altro sopra, sotto, dentro e fuori, ma non so spiegarlo, lo so che per te incvec è tutta una nostra proiezione. Per me invece è un percorso, una scoperta continua. Ma può darsi che diciamo la stessa cosa con parole diverse, è facile perdersi con le parole, è questa la loro valenza misteriosa.
E il fatto che tu sei così presente è senz’altro, per me, ombra di un’ala, ala di un’ombra. grazie. :-)

 Loredana Savelli - 31/05/2015 10:45:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Incantevole sintesi!

 Lorenzo Mullon - 31/05/2015 10:35:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

mi piace!

e mi ricorda questi bellissimi versi dell’amica Rosaria Di Donato, in Lustrante d’acqua
"c’è un girotondo
di bambini ed angeli
sotto la volta blu
cobalto della chiesa
gotica e al centro
a turno si suona"

è la rappresentazione della nostra natura
quei ragazzi alati del microcosmo e del macrocosmo, o di altre dimensioni, siamo sempre noi, gli araldi della nostra stessa luce

a commento di Lustrante d’acqua ho scritto qualcosa che può valere benissimo per questa poesia, chiedo scusa se riprendo il commento . . .

«come si può descrivere meglio l’atomo, l’infinitamente piccolo?

gli scienziati, certi scienziati, chiedono ai poeti di abbandonare la rappresentazione umana quando si parla del microcosmo o del macrocosmo
mi sembra una aberrazione, una profonda ignoranza di quello che siamo
come scrive Roberto Sanesi a commento della sua traduzione di Yeats
la realtà non è altro che l’emanazione dell’anima
però ci vuole un tremendo abbandono
e una capacità formidabile di divincolarsi dal nostro pensiero ristretto
per comprenderlo»

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